Un po’ in ritardo rispetto al solito, torniamo a fornirvi le nostre stime per le tariffe dei servizi di tutela del quarto trimestre 2021 per luce e gas che l’Autorità per l’Energia andrà ad approvare nei prossimi giorni. Come ampiamente anticipato in queste settimane dalla stampa, ci sono stati incrementi dei prezzi di tutte le commodity energetiche e dei permessi di emissione che sono destinati a ripercuotersi sulle nostre bollette.
Sarà vero l’aumento del 40% pronosticato dal ministro Cingolani, oppure siamo destinati ad avere sorprese (in meglio o in peggio)? Se hai fretta, vai subito a vedere la nostra tabella dei pronostici, altrimenti continua a leggere per capire meglio anche le cause.
Nell’ultimo trimestre, i prezzi dell’energia elettrica hanno seguito il trend comune a tutte le materi prime con aumenti almeno a doppia cifra. Il prezzo per il prossimo trimestre quotato sull’EEX venerdì 17 settembre ha chiuso a circa 162 €/MWh, quasi il doppio di quello a cui era quotato il terzo trimestre a un paio di settimane dalla consegna. A metà giugno, quando abbiamo fatto le nostre precedenti previsioni, il terzo trimestre veniva infatti scambiato intorno agli 88 €/MWh, quindi abbiamo avuto un incremento dell’84% rispetto a tre mesi fa.
Questo include anche un minimo di effetto stagionale, in quanto nel periodo invernale i prezzi dell’energia sono leggermente più alti rispetto al trimestre estivo a causa dell’aumento di domanda per illuminazione, a causa delle minori ore di chiaro, e all’incremento dei consumi gas per il riscaldamento. Questo fa salire anche i prezzi dell’energia elettrica perché circa la metà della domanda italiana è coperta da centrali a gas naturale.
Purtroppo, oltre a questo aumento legato alle normali dinamiche di mercato, da Ottobre si dovranno incorporare anche le differenze tra le precedenti tariffe approvate dall’Autorità e il PUN a consuntivo, ovvero il prezzo che si forma quotidianamente sulla borsa elettrica. Il meccanismo di aggiornamento prevede infatti che queste differenze, che possono essere in aumento o in diminuzione. Nello specifico, i prezzi del secondo trimestre 2021 sono stati circa 17 €/MWh più alti rispetto a quanto stabilito dall’ARERA, e quelli del terzo trimestre 2021 sono finora quasi 35 €/MWh superiori alla tariffa dell’attuale trimestre. Questi differenziali sono ripartiti nei due trimestri successivi, quindi nel prossimo aggiornamento ci porteremo dietro la metà dell’aumento totale ovvero quasi 26 €/MWh rispetto ai prezzi all’ingrosso.
In sintesi, ci attendiamo nel quarto trimestre 2021 che il prezzo PE, che rappresenta i costi della materia prima nel servizio di maggior tutela, salga a 0,208 €/kWh, quasi il doppio rispetto al valore dell’attuale trimestre (per l’esattezza, +94,1%).
Inoltre, è anche previsto un aumento dei costi di dispacciamento, ossia quelli che sono sostenuti per garantire l’equilibrio della rete elettrica. Stimiamo che passeranno da circa 1,35 c€/kWh a 14,7 c€/kWh con un incremento dell’8,5%.
La combinazione di questi effetti porterebbe a un incremento del totale bolletta di oltre 300 €/anno per un cliente medio, pari al 49% del costo complessivo. Ci attendiamo perciò anche qualche intervento compensativo almeno sugli oneri di sistema, in modo da contenere questi aumenti.
Considerando che a questo fine sono state stanziate dal governo risorse per 3 miliardi di euro, stimiamo che ci sia margine per azzerare queste componenti. Se sarà così, ci sarà una mitigazione dell’aumento al 37,3% pari a circa 230 €/anno per il cliente medio.
Anche il gas negli ultimi mesi ha avuto aumenti rilevanti, che sono tra l’altro stati tra le cause del forte incremento del prezzo dell’energia dal momento che in Italia la principale modalità di produzione di elettricità avviene tramite centrali a ciclo combinato a gas naturale.
Le cause principali sono dovute a una generale scarsità di materie prime, che ha portato a rilevanti aumenti di tutte le commodity comprese quelle energetiche, che sono state particolarmente accentuate sul gas a causa di problemi infrastrutturali che hanno ridotto le importazioni da Russia e Nord Europa, e ulteriormente esacerbate con l’inizio della stagione invernale a cui si è arrivati con un riempimento degli stoccaggi sotto le medie storiche, portando timori su possibili mancanze di gas in caso di temperature rigide.
Tutto questo è quindi destinato a riflettersi sulle tariffe per il servizio di tutela del quarto trimestre 2021, per le quali prevediamo un aumento leggermente più contenuto rispetto all’energia elettrica, esclusivamente a causa delle modalità di aggiornamento dei prezzi.
L’ARERA infatti stabilisce la tariffa per il mercato tutelato sulla base della media delle quotazioni sull’hub TTF (il mercato del gas olandese, principale benchmark europeo) per i prodotti consegnati nel trimestre successivo. Questa media è calcolata rispetto ai prezzi giornalieri scambiati nel secondo mese prima dell’inizio del trimestre, ovvero, per il quarto trimestre 2021, durante il mese di Agosto. L’aggiornamento ufficiale dell’Autorità tiene conto dei valori pubblicati da ICIS-Heren, che è una banca dati non pubblica il cui accesso è particolarmente oneroso e sicuramente non alla portata di una startup come la nostra. Per questo, nelle nostre previsioni ci basiamo sui prezzi di chiusura resi disponibili dalla Intercontinental Commodity Exchange (ICE), che è la piattaforma su cui maggiormente operano i trader di gas europei.
Sulla base di questi valori, ci risulta che il prezzo medio degli scambi avvenuti nel mese di Agosto riferiti al prodotto con consegna da Ottobre a Dicembre 2021 è stato di circa 44,6 €/MWh, corrispondenti a 47,7 c€/Smc. Questo è perciò il valore che ci attendiamo dell’indice PFOR, che risulta in aumento di oltre 20 centesimi rispetto ai 26,46 del terzo trimestre 2021, con questa componente che quindi subirà un incremento di poco superiore all’80%.
Il fatto che la formula di aggiornamento blocca il prezzo un mese prima dell’avvio del periodo ha permesso di contenere gli aumenti: infatti le ultime quotazioni sono arrivate anche a superare i 70 €/MWh, praticamente il triplo rispetto al periodo da Luglio a Settembre. Purtroppo, se questo andamento continuerà anche in questi mesi, e al momento non ci sono segnali di inversioni di tendenza, anche per l’inizio del 2022 siamo destinati a vedere aumenti a due cifre.
Dal momento che non ci dovrebbero essere variazioni sulle altre componenti della bolletta, prevediamo che sul totale della spesa avremo un aumento del 29,2%, per una maggior spesa per la famiglia media di quasi 260 € all’anno.
Aggiornato il 30/09/2021 alle 9:03
Per il consumatore medio che utilizza sia energia e gas, abbiamo stimato complessivamente un aumento previsto di circa 580 €/anno, in crescita di quasi il 32% rispetto al trimestre che si sta per concludere. Come per lo scorso trimestre, anche stavolta le nostre stime sono state nettamente più pessimistiche rispetto alle effettive tariffe ufficiali approvate dall’ARERA, con un aumento effettivo di circa 355 €/anno (+19,5%).
Commodity | Previsione altrabolletta.it | Consuntivo ARERA | Scostamento |
---|---|---|---|
Energia elettrica | + 37,3% | + 29,8% | + 7,5%/td> |
Gas naturale | + 29,2% | + 14,4% | + 15,2% |
Anche stavolta, però le dell’errore sono state prettamente politiche, mentre le nostre stime delle componenti di mercato continuano a rimanere affidabili. Il che è un bene considerato il nostro lavoro di consigliarti la miglior tariffa di luce e gas, visto che le altre voci della bolletta restano comunque applicate a tutti indipendentemente dal fornitore che scegli, quindi l’importante è che sappiamo indicarti il meglio per le componenti di materia prima.
Analizzando la nostra prestazione, questa volta abbiamo correttamente previsto l’azzeramento degli oneri di sistema, che era logico attendersi in analogia a precedenti provvedimenti e al clamore mediatico suscitato dai possibili aumenti. L’errore si è concentrato quasi esclusivamente sulla componente PE, che è stata fissata a circa 0,01 €/kWh in meno rispetto alla nostra stima. Molto probabilmente l’ARERA ha utilizzato per fissare questo valore quotazioni forward meno recenti delle nostre, principalmente allo scopo di contenere gli aumenti con una scelta di natura prettamente politica. Temiamo purtroppo che questo si rivelerà solamente un rimandare il problema, considerando che ormai da qualche trimestre le tariffe vengono fissate a valori nettamente più bassi di quelli del PUN e che dovranno quindi essere recuperati il prossimo trimestre con un adeguamento della componente PPE.
Per il gas, la nostra previsione è stata invece praticamente perfetta. Purtroppo solo fino alla determinazione della base imponibile. Infatti, non essendoci praticamente margine per modificare o posticipare l’aggiornamento delle componenti tariffarie, l’aumento dei costi è stato contenuto tramite la riduzione transitoria dell’aliquota IVA applicata, che è passata, per il solo quarto trimestre 2021, al 5% invece del tradizionale mix 10-22% normalmente applicato. Questo ha quindi consentito di ridurre l’imposta applicata sulle bollette di quasi 180€ in pratica dimezzando l&rsuo;impatto degli aumenti. Il nostro errore quindi è stato esclusivamente di natura fiscale e dovuto a effetti assolutamente imprevedibili.
Nel frattempo, per quanto i prezzi non siano per nulla invitanti, specie rispetto a quelli anche solo di pochi mesi fa, considerando l’andamento ancora crescente delle quotazioni per chi è ancora in tutela è comunque da valutare la scelta di un’offerta a prezzo fisso, che se stipulata oggi consente di bloccare il prezzo della materia prima a partire da Novembre o al più tardi da Dicembre, avendo comunque un discreto risparmio rispetto alle tariffe tutelate e potendo sterilizzare i futuri aumenti che quasi certamente avremo da Gennaio 2022. Se poi le quotazioni dovessero tornare a scendere, per i clienti domestici non ci sono obblighi di permanenza col fornitore e si potrà in qualsiasi momento passare a un’offerta più conveniente al massime entro un paio di mesi senza alcuna penale.